John Cage

Le immagini



Il treno di John Cage


Corinto mette a disposizione di Istituzioni, Associazioni Musicali o semplici appassionati del grande musicista, un archivio di circa 800 foto in B/N; una selezione della quale è stata esposta in mostre personali, e, nell’ambito della mostra dedicata a Cage, alla Biennale di Venezia del 1993.

Come fotografo ufficiale della manifestazione andai a Bologna senza avere una particolare idea su quello che mi aspettava. Gianfranco Baruchello, un artista italiano tra i più prestigiosi degli anni 60/70, con l’editore di Cage, Gianni Sassi, avevano tentato di prepararmi, ma di sicuro mai avrei immaginato di finire “sotto il treno” del ciclone Cage.
Sotto il profilo professionale ed artistico quest’esperienza ha segnato la mia vita, traghettandomi definitivamente dalla sponda della pittura a quella della fotografia.
Cage lo ricordo come un uomo dolce, sempre sorridente e disponibile, leggevo nei suoi occhi una gioia “infantile” per quanto gli accadeva intorno; catapultato in quella gabbia di matti che sono gli italiani, capaci con il loro entusiasmo e creatività di rispondere a John Cage – che con il treno portava nella ricca provincia Emiliana il suono, il ritorno allo spettacolo, alla esibizione, al contatto magnifico della sua profetica figura con la folla – con l’apoteosi, con una gioia lungamente repressa nel magma infernale del terrorismo brigatista.
Cage ricordava di un’analoga manifestazione in terra di Germania, ma con tutt’altri esiti…
La modernità di John Cage mi appare oggi ancora più dirompente; parole come “Interattività – Multimedialità” hanno assunto il senso del nostro tempo; ma cosa é stato “il treno di John Cage” se non un’operazione interattiva e multimediale?
Cage, con una sapiente miscela di “arte comportamentale”, Living Theatre – con gli utenti-spettatori protagonisti attivi – e tanta musica; dai suoni del treno riprodotti (oggi diremmo campionati), alla musica classica e contemporanea fino ai virtuosismi vocali del grande Demetrio Stratos. Ricerca pura. Incredibile!
Quest’esperienza mi ha fatto riflettere – se mai ce ne fosse stato bisogno – sulla insensatezza della gabbia ideologica e della contraddizione tra arte e creatività e il dogma.
di Corinto Marianelli